Il sempre più frequente uso della tecnologia e l’evoluzione di prodotti e programmi, ha portato alla necessità di sostituire le proprie apparecchiature e con esse i materiali di consumo correlati, tra cui i consumabili da stampa, le cartucce ed i toner esausti. Vediamo nel dettaglio come procedere con lo smaltimento delle cartucce da stampante.
Come smaltire le cartucce della stampante in ufficio
Le cartucce esauste per le stampanti sono un prodotto altamente inquinante perché i residui di inchiostro contenuti all’interno sono potenzialmente molto pericolosi non solo per l’ambiente circostante ma anche per la salute dell’uomo. Si tratta, infatti, di rifiuti non considerati normali ma pericolosi e per questo occorre una certa cautela per il loro smaltimento.
Capire dove smaltire le cartucce della stampante dovrebbe essere un affare che dovrebbe riguardare tutti i dipendenti di una azienda.
Le cartucce vanno trattate con ancora più riguardo, visto che si tratta di materiale pericoloso. Con questo, gettare le cartucce nella maniera corretta è importante per tre motivi: sicurezza, legalità e sostenibilità ambientale.
Smaltire correttamente aiuta dal punto di vista legale, poiché non si incorre in multe salate.
Toner e cartucce non possono essere destinate alle piattaforme ecologiche. Ciò avviene poiché gli scarti prodotti dalle aziende non vengono considerati rifiuti urbani.
Quindi, dato che le aziende sono responsabili di tutto il ciclo di smaltimento dei toner esausti, se si decide di muoversi in autonomia rispetto allo smaltimento di questi ultimi, bisogna affidarsi a una società di ritiro consumabili autorizzata.
Smaltire una cartuccia non è buttare via
Cerchiamo però di capire meglio: smaltire una cartuccia non significa “buttarla via”. I professionisti devono attivarsi e produrre tutta la documentazione che serve. In secondo luogo, se l’impresa non è iscritta alla Categoria 8 delle “attività di intermediazione e commercio di rifiuti senza detenzione” della Camera di Commercio, deve obbligatoriamente rivolgersi a una società di ritiro consumabili autorizzata.
In quanto produttore del rifiuto, il titolare di partita IVA deve svolgere a questo punto i seguenti passaggi:
- Iscrizione al Sirti, il servizio di controllo e tracciabilità rifiuti
- Identificazione dei rifiuti che si andranno a consegnare utilizzando l’apposito CER
- Compilazione del modulo MUD (modello unico di dichiarazione ambientale), che deve essere presentato alla locale Camera Di Commercio Industria Artigianato E Agricoltura (CCIAA)
- Tenuta di uno speciale registro di carico e scarico dei rifiuti pericolosi, che deve essere compilato entro 10 giorni dalla produzione del rifiuto, e conservato per cinque anni
- Ricezione del modulo FIR (formulario di identificazione dei rifiuti) dalla società di ritiro, che ne produce quattro copie – una deve rimanere in azienda, e deve essere conservata per cinque anni
Concludendo, colui che produce il rifiuto è diretto responsabile della gestione dello stesso fino al momento in cui l’impianto di smaltimento non ne effettua il processo e non consegna la quarta copia del formulario che ne attesta l’esecuzione, quest’ultima, unita alla prima, completa la procedura.